Se la nomenclatura del "Piddì" si indigna vuole dire che li abbiamo impallinati.
post pubblicato in
Diario, il 14 aprile 2010
Il Partito democratico deve anzitutto costruire un progetto di paese
alternativo al progetto del centro destra, possibilmente condiviso e
quando dico condiviso, non intendo con le diverse espressioni politiche
ma, con il paese reale. Un progetto però per essere attuabile deve anche
scaturire da un partito credibile e per essere tale deve infondere
nelle coscienze quel senso di affezione, di appartenenza oltre che di
speranza, non tralasciando cosa importante il senso del rispetto e
dell'onorabilità tra partito ed elettorato.
Per quanto mi riguarda, porto avanti quel che anche il padre fondatore
del PD afferma, ovvero: Il partito deve trasformarsi in un soggetto
politico federale che non vuole dire togliere alcun potere alla
segreteria nazionale, semmai, la si rinforza. Insomma non trovo
assolutamente scandoloso eleggere venti segretari regionali che sono
l'espressione dei territori, votati dalla maggioranza dei cittadini di
quei territori.
Saranno poi i venti segretari regionali ad eleggere a maggioranza
assoluta segretario nazionale Quel segretario eletto sarà anche il
leader che guiderà le elezioni politiche del 2013.
Una leadership che inizierà sin da subito a proporre una alternativa
politica, un progetto paese.
I cittadini vogliono risposte ai loro problemi che sono le politiche
occupazionali, l'ambiente stravolto, il fisco oneroso e taglieggiatore,
la sanità degradata, i vergognosi privilegi politici e dei boiardi di
stato, una giustizia forte con i deboli e debolissima con i forti. Il
radicamento sul territorio, non più circoli ma " sezioni aperte" che si
occupano dei problemi quotidiani dei cittadini.
Un partito dunque tutto da costruire e per costruirlo occorre
conquistarlo producendo vittime, del resto si può costruire il nuovo
solo distruggendo il vecchio. Solo bruciando le stoppie crescerà erba
verde .
Io sono pronto ed ho la torcia accesa. Aspetto che gli innovatori i
seguano.
Amerigo Rutigliano Officina Sociale